sabato, aprile 09, 2005

Censura storica, di plastica.

da repubblica.it
BARBIE, la bambola più famosa e desiderata del mondo, odiata dalle femministe, oggetto di saggi e lezioni universitarie, prodigio e mostro con il suo busto enorme e la vita evanescente, presa carta e penna ha deciso di sfornare la sua versione della storia americana.

La signora di celluloide, passata indenne attraverso i suoi quarantacinque anni, senza che una ruga o una singola smagliatura arrivassero a sfigurarle il personale da novella Dorian Gray, è autrice di un'impresa editoriale a dir poco enciclopedica: in più tomi, ciascuno della durata di un decennio, ha scelto di raccontare la storia del suo paese natale. Un'opera che negli Stati Uniti ha visto la luce ai primi del mese pubblicata dalla Golden Books.

Anno di partenza il 1964, quando venne varato il Civil Rights Act, la legge sui diritti civili che poneva fine alle leggi segregazioniste in vigore fino a quel momento. Non è un caso, perché la sua ventriloqua, la scrittrice per l'infanzia Linda Lowery, ex baby sitter, assistente di volo, cuoca e pittrice con "l'ossessione delle scimmie: le adoro", è stata incaricata dalla Mattel - casa produttrice della bambola - di fornirle "una coscienza sociale", indagando nel passato recente dove la bionda pin up presenzia ai funerali di Martin Luther King, balla in pista con i Beatles e fornisce severe lezioni di femminismo alla sorellina Skipper.

Una rivincita su tutti quelli che l'avevano accusata di alimentare il consumismo, di spingere le ragazzine all'anoressia come fece la National Eating Disorder Association nel 1994 in una serratissima campagna nei supermercati a stelle e strisce. Ora sarà lei a salire in cattedra dando lezioni. Accompagnata dalle amiche di cui l'hanno dotata Ruth Handler e il martio, che nel '59 la inventarono battezzandola con il nome della figlia Barbara.

Bambole che nel corso dei decenni si sono adeguate alla modernità diventando ballerine, studentesse di college, astronaute, fino alla svolta etnica quando vennero messe in commercio le prime Barbie nere. Come Christie, a cui il primo volume dall'eloquente titolo "Peace, love e Rock' n' Roll", dedica ampio spazio. Anche se, a sentire Bob Thompson del Washington Post, sembra irriconoscibile nelle patinate illustrazioni del primo diario.

Inviata come fotografa dal giornale per cui lavora, questa Barbie emancipata che ha abbandonato i completini di tulle rosa stile Sandra Dee, si fa accompagnare da Christie a Washington per un servizio sul reverendo Martin Luther King. Ma a sorpresa accanto a lei compare una seconda signorina che sfoggia un incarnato rosa identico alla sua amica del cuore, della pelle scura non c'è traccia. Interrogati sulla vicenda né l'autrice, né l'editore, e neanche la Mattel hanno saputo dare ragguagli. Del resto anche dell'afroamericanità dell'amica non viene mai fatta menzione.

Una faccenda spinosetta che rischia di rovinare il lancio progressista dell'operazione. Che a ben guardare, lei sì, mostra qualche evidente smagliatura. Il racconto inizia infatti nel gennaio del '64, sei settimane dopo l'assassinio di Kennedy. Ma Barbie sembra all'oscuro dell'avvenimento e non fa alcun accenno alla cosa. E appare ancora più smemorata quando ignora il conflitto in Vietnam e la guerra fredda. In quei giorni è impegnata a gustare deliziosi fish and chips. L'autrice spiega che non è un caso, che il riferimento al cibo serve ad aiutare le ragazzine che soffrono di disordini alimentari a fare pace con l'ossessione del peso, anche se la Barbie dei disegni ha lo stesso personale da urlo della bambola di plastica, grassi saturi o no.

Circa le dimenticanze storiche la Lowery afferma placida che gli avvenimenti descritti rappresentano solo alcuni eventi particolari dell'epoca. Il criterio di scelta? "Nei diari non c'è nulla che la Mattel non desiderasse". Il secondo tomo, "Red, White and Blue Jeans", è tutto incentrato sul bicentenario della rivoluzione americana, e la miss platinata si dà un gran daffare per celebrare simboli come indipendenza ed emancipazione. E Christie? Problema risolto: non c'è.

(9 aprile 2005)

Giorno per giorno, minuto per minuto, si può dire, il passato veniva messo al corrente [George Orwell, 1984]