domenica, febbraio 20, 2005

Tic-tac-tic-tac

Mediaset, il premier verso il processo Rassegna Stampa - 20/02/2005
di LUIGI FERRARELLA - da "Corriere della Sera"

Chiusa l'inchiesta su fondi e diritti tv.
I pm: sottratti alle casse dell'azienda 280 milioni di euro

MILANO - Gli azionisti di Mediaset - sostiene la Procura di Milano - sono più «poveri» di quanto la salute dell'azienda avrebbe dovuto garantire loro perché fino al 1999 l'azionista di maggioranza Silvio Berlusconi, «con l'intenzione di ingannare i soci e il pubblico circa la situazione patrimoniale della società», si è arricchito alle loro spalle: «mascherando la formazione di ingenti fondi neri», sottraendo alle casse della società e dirottando «su conti bancari esteri gestiti da fiduciari di Berlusconi» l'equivalente complessivo di 280 milioni di euro (348 milioni di dollari, 11 miliardi di lire, 4 milioni di franchi francesi, 13 milioni di franchi svizzeri, 50 mila fiorini olandesi). E più «poveri» si sono ritrovati anche i contribuenti, con un fisco orfano di 124 miliardi di lire di imposte evase nel quadriennio 1996-1999. È questa la prospettazione d'accusa che si ricava dalle 21 pagine della notifica con la quale ieri pomeriggio la Procura ha depositato 500 mila pagine di atti dell'inchiesta sulla compravendita di diritti tv-cinematografici; e nel contempo ha avvisato 14 persone - tra cui Silvio Berlusconi e il presidente Mediaset Fedele Confalonieri - che, allo scadere dei 20 giorni (ma sforabili) concessi dal codice agli indagati per fare le copie e chiedere eventuali integrazioni istruttorie, intende chiedere il loro rinvio a giudizio davanti al giudice Fabio Paparella. TRE REATI - A Berlusconi sono contestate condotte protratte fino al 1999 (benché da fine 1993 egli non abbia ufficialmente più ruoli operativi in azienda), e attuate anche nel 1994-1995, quand'era come oggi presidente del Consiglio: i pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale ne propongono l'incriminazione per le ipotesi di «appropriazione indebita aggravata dall'aver promosso la cooperazione nel reato» dei coindagati, «frode fiscale» e «falso in bilancio». Solo «falso in bilancio» per Confalonieri.

I FIGLI - Le posizioni dei due pure indagati figli del Cavaliere, Marina e Piersilvio, che oggi reggono le sorti operative del gruppo, sono state per ora stralciate in un fascicolo per riciclaggio. Ma già ieri il banchiere svizzero Paolo Del Bue («responsabile della "Arner Sa" di Lugano e fiduciario della famiglia Berlusconi») e l'avvocato inglese David Mills («gestore per conto di Silvio Berlusconi di un complesso sistema di Trusts e società off-shore nelle British Virgin Islands segretamente controllate da Berlusconi») sono accusati di «ricettazione» e «riciclaggio» per aver «prelevato in contanti, disperso e occultato», tra il gennaio 1992 e il luglio 1994 (a cavallo dunque dell'entrata in politica di Berlusconi), 63 milioni di dollari, 12 milioni di franchi svizzeri, 2 milioni di franchi francesi e 328 milioni di lire: soldi distratti dall'azienda, per l'accusa, in precedenza accumulate sui conti Century One Ltd L 253037 e Universal One Ltd L 900028 presso la Banca della Svizzera Italiana di Lugano, con «beneficiari economici rispettivamente Marina e Piersilvio Berlusconi». OMISSIS - Un terzo filone d'inchiesta risulta stralciato, ma sia gli indagati sia il tipo di reato sono coperti da «omissis».
Secondo quanto la Procura punta a dimostrare con documenti «digeriti» dai consulenti della Kpmg e raccolti dal giugno 2001 nelle rogatorie in 12 Paesi (spesso con attriti al Ministero della Giustizia e poca collaborazione dagli Usa), il gruppo Mediaset, nel comprare dalle «majors» i diritti di trasmissione che costituiscono il principale patrimonio della società, avrebbe operato una serie di acquisti e vendite fittizie: a prezzi gonfiati, tra società in apparenza estranee a Mediaset, ma in realtà occultamente riconducibili a Berlusconi tramite prestanome (come per l'accusa Erminio Giraudi, in realtà un commerciante di carni a Montecarlo) o «soci occulti» (come per i pm l'ex agente esclusivista di Paramount, l'egiziano-americano Frank Agrama, e l'ex capo-acquisti Fininvest, Daniele Lorenzano). BAHAMAS - Tre gli effetti: stornare dalle tasche della società «le maggiori somme indebitamente pagate, trasferendole su conti bancari in Svizzera, alle Bahamas e nel Principato di Monaco, nella disponibilità degli indagati o di persone a loro collegate» (appropriazione indebita); rappresentare un maggior costo dei diritti così acquisiti (falso in bilancio); esporre al fisco costi fittizi per far apparire minori i redditi e superiori le perdite (frode fiscale). In questo modo, Berlusconi, Confalonieri e gli altri sono accusati d'aver «causato ai soci, tra cui investitori istituzionali e privati risparmiatori, un danno consistente nella diminuzione del valore patrimoniale dell'azione, quale effetto dell'infedele rappresentazione della consistenza dell'attivo patrimoniale, e della ripetuta distrazione di risorse finanziarie».