venerdì, febbraio 18, 2005

Quelli che non la bevono, quelli che non ci stanno...

Controllo Monetario e Consenso Popolare (di Mario Consoli).
Quando si è bambini, enorme è la curiosità, la voglia di conoscere, di capire, di spiegarsi il significato di ogni cosa e di ogni avvenimento. È l'età del “perché”, ossessivamente rivolto ai genitori, ai fratelli maggiori, a quanti capiti d'incontrare. Poi si cresce, la curiosità diminuisce sino, in età adulta, nella maggioranza dei casi, a spegnersi quasi del tutto o a trasformarsi in una semplice ricerca di conferme di quella certezze che si è andati via via conquistando o, come sempre più frequentemente accade, che si sono subite e accettate come inevitabili e, tutto sommato, comode. «L'ha detto la televisione», «l'hanno scritto i giornali», ed ogni inquietudine si placa, ogni dubbio si estingue. Ma non è stato sempre così. Le società europee nel tempo si sono caratterizzate per una costante spinta verso l'arricchimento della conoscenza e l'acquisizione di certezze sempre maggiori; una puntigliosa e vigorosa ricerca della verità che ha permeato la moltitudine di pensatori, filosofi e scienziati che hanno fatto grande la nostra civiltà. Solo negli ultimi anni la spinta verso la conoscenza si è affievolita; dalla scienza si è passati alla tecnologia — che è lo sfruttamento tecnico ed economico delle grandi scoperte del passato —, dalla cultura si è passati all'informazione. L'attuale società informatica e dello spettacolo è caratterizzata dalla più assoluta superficialità delle notizie, sempre più numerose, veloci, in “tempo reale”, ma sempre più vuote di contenuti, di spiegazioni sulle cause, di oneste e lungimiranti previsioni sulle conseguenze. E il pubblico si accontenta di questo bombardamento di pallottole a salve, non chiede nulla di più, non si pone domande. Nel secolo scorso, quando si vivevano i prodromi di questa involuzione dell'informazione, Giuseppe Prezzolini scrisse un “Manifesto degli apoti”, quelli che «non la bevono», quelli che «non ci stanno», quelli che...
[continua]