mercoledì, giugno 18, 2008

Se questo è un giornale.. dove sono le uova?!

da notare la scelta della pagina: POLITICA! (sic!)






fonte: http://www.corriere.it/politica/08_giugno_18/berlusconi_coltelli_36442018-3cfa-11dd-bfea-00144f02aabc.shtml

sabato, settembre 30, 2006

Il paracadute di Moellemann

da http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1375¶metro=

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Ecco perché riteniamo, seriamente, che D’Alema sia oggi in pericolo; che sia più vicino il pericolo di un mega attentato «islamico» in Italia - magari lo rivendicherà Al Qaeda, la sezione «Al Qaeda in Hollywood» - e che un grave pericolo attenda i nostri soldati nella forza d’interposizione.

Vanno là nella terra del «false flag», interposti tra specialisti dell’attentato vero a bandiera falsa.

Speriamo che D’Alema sia cosciente di quanto sia serio il pericolo.

Attento alle telefonate, attento alle foto.

Che si circondi di guardie del corpo personali, fidate, magari di «compagni» esperti di sicurezza. Esperti anche tecnologicamente, capaci di controllare il funzionamento dell’auto, dell’aereo,

di frugare bene la barca prima di una regata, ed ogni altro mezzo di trasporto.

Coscienti di avere contro una forza piena di truce esperienza e di feroce immaginazione.

E con i suoi «specialisti».

Ricordiamo a D’Alema e alla sua security due fatti.

Anna Lindh, la donna ministro degli Esteri svedese: trucidata a coltellate l’11 settembre 2003 (un altro simbolico 11 settembre!) pubblicamente, in un supermercato di Stoccolma.

L’omicida, dissero i giornali era «un immigrato serbo senza chiare motivazioni politiche».

In ogni caso, un professionista dell’omicidio, capace di colpire in modo non solo letale ma irreversibile (i medici del pronto soccorso furono agghiacciati da come era stato ridotto il fegato di Annal Lindh, così da provocare un’emorragia inarrestabile), e sparire da mezzo una intera folla.

Quanto alle «motivazioni», Anna Lindh era filo-palestinese, garante di una politica mediterranea cordiale.

Aveva creato un «Programma sul dialogo fra culture e civiltà» orientato sui giovani, l’istruzione e i media che costituiva la sostanza di un apposito Piano d’Azione varato a Valencia nel 2002.

Insomma, un’azione esattamente contraria allo «scontro di civiltà».


Pochi mesi prima, 4 giugno 2003, era morto in modo non chiaro un altro politico di primo piano: il tedesco Juergen Moellemann, liberale, già vice-cancelliere in uno dei governi Kohl.

Esperto paracadutista e atletico 57enne, secondo la procura di Muenster, Moellemann, era salito a bordo di un aereo assieme a nove paracadutisti all’aeroporto di Marl Lohmuehle (nord Reno Westfalia) e si era lanciato da 4.000 metri.

Il suo paracadute però, non si era aperto.

Suicidio, hanno detto subito.

Ma nulla è più facile che manomettere un paracadute, per esperti professionisti di omicidio, per i kidon.

Il paracadutista che si era gettato dopo di lui ha testimoniato: «Ho visto il suo paracadute aprirsi normalmente, ma poi staccarsi dal corpo di Moelleman».

Suicidio?

Il fatto è che Moellemann era appena stato espulso dal suo partito libera-democratico, che aveva fondato e di cui era presidente, per «antisemitismo».

Era stato accusato in un talk-show televisivo condotto da Michel Friedman, giornalista televisivo che è anche il vicepresidente del Consiglio ebraico germanico.

Accusato di fomentare sentimenti antisemiti, nel caldo del dibattito, Moellemann aveva ritorto: «Nessuno crea più antisemitismo di Ariel Sharon; e di Herr Friedman, col suo stile arrogante e intollerante».

Seguirono, come disse lo stesso Moellemann, «sei mesi di caccia all'uomo contro di me, per sbattermi fuori».

E aveva scritto un libro in cui accusava apertamente il Mossad, «Klartext» («Parlar chiaro»).


Era intenzionato a dar battaglia.

Aveva detto: «Una cosa non farò mai: rinunciare a ciò a cui credo e al mio impegno verso ciò a cui credo. Per gli stessi scopi per cui mi sono battuto dentro l’FDP, ora mi batterò come democratico indipendente e indipendente parlamentare».

Non si poteva permettere che un politico di così alto livello e prestigio avesse successo nella sua battaglia. ( da notare che il suo accusatore principale, Micael Friedman, vice presidente del congresso ebraico europeo , fu accusato con prove di essere implicato in affari di droga e tratta della prostituzione dall’Est: scappò a Venezia e dell’affare non si seppe più nulla. A certa gente tutto è permesso, ndr)

Cercheranno di impedire a D’Alema di avere un qualunque successo.

Le indignazioni di Pacifici e gli stupori di Furio Colombo devono suonare come segnali d’allarme. Attenzione, guardie del corpo.

Attenzione, soldati in Libano.

Attenzione agli attentati in Italia: ma questo, a chi dirlo?

Ci sono patrioti italiani, nei servizi, consapevoli di chi sia il nemico da cui guardarsi?

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altri approfondimenti: http://italy.indymedia.org/news/2004/12/691869_comment.php?theme=1

mercoledì, aprile 26, 2006

Iannini - Vespa

http://www.politikon.it/modules/news/article.php?storyid=1049


San Mammì.
Nel '90 passa la legge Mammì, che dovrebbe riordinare il sistema tv con relativi tetti antitrust.
La lobby berlusconiana riesce a ottenere che un antitrust che «fotografi» il trust del Cavaliere, il quale potrà tenersi le sue tre reti («legge Polaroid»). Per protesta la sinistra Dc ritira i suoi 5 ministri dal governo Andreotti, che li rimpiazza in una notte.
La legge impone alla Fininvest due soli vincoli: cedere il Giornale e le quote oltre il 10% di Tele+1 e Tele+2. Berlusconi li aggira subito, passando il Giornale al fratello Paolo e intestando le quote eccedenti delle pay tv a vari prestanomi.
Subito dopo la Mammì, tra il 1990 e il '91, la Fininvest versa tramite All Iberian su due conti svizzeri di Craxi circa 23 miliardi di lire.
La Procura di Roma sospetta anche un giro di tangenti al ministero delle Poste in cambio - si sospetta - della Mammì e del piano frequenze.

L'uomo-chiave, secondo l'accusa, è un giovanotto di 34 anni, Davide Giacalone, già segretario del ministro Oscar Mammì, considerato il vero autore della legge sull'emittenza e subito dopo ingaggiato alla Fininvest con una consulenza da 600 milioni.
Finiscono sotto inchiesta anche Gianni Letta e Adriano Galliani: il pm Maria Cordova chiede di arrestarli entrambi, ma il gip Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa si astiene perchè Letta è un «amico di famiglia».

Il capo dei gip Renato Squillante passa la pratica a un altro giudice, De Luca Comandini, che respinge entrambe le richieste di cattura.
La Iannini verrà sorpresa da una microspia nel bar Tombini, il 21 gennaio '96, in compagnia di Squillante e di Vittorio Virga, avvocato di Giacalone, Letta e Paolo Berlusconi. Ora dirige il ministero della Giustizia.
L'inchiesta finisce in un nulla di fatto. Vizzini e Mammì prosciolti dal Tribunale dei ministri.
Letta e Galliani dal gip.
Giacalone in parte assolto, in parte prescritto.
Di recente Mammì ha raccontato una visita del Cavaliere alla vigilia della legge: «Scherzava, faceva battute, cercava di accattivarsi la mia simpatia. Poi mi si inginocchiò davanti e, baciandomi la mano, mi disse:
“La prego, ministro, non rovini me e le mie famiglie!”».


da http://www.grandeoriente.it/Rastampa/2001/0224AGICordova.htm
Massoneria: archiviata la maxi-inchiesta di Cordova

venerdì, marzo 24, 2006

Grazie Corporation!

da yahoo news
Reuters - Gio 23 Mar

NEW YORK (Reuters) - Reebok International sta ritirando dal mercato circa 300.000 braccialetti promozionali dopo che un bambino è morto per intossicazione da piombo per averne inghiottito uno, hanno annunciato oggi alcuni funzionari del governo americano.

Il braccialetto, con un portafortuna a forma di cuore e il nome "Reebok" impresso su un lato, è stato distribuito come omaggio assieme all'acquisto di diversi modelli di scarpe per bambini.

Questi gadget contengono una grande quantità di piombo, costituendo un pericolo di avvelenamento da piombo e potenziali effetti negativi sulla salute per i bambini, ha dichiarato la Commissione americana per la sicurezza dei prodotti in un comunicato.

L'azienda di prodotti sportivi, che è stata acquistata dalla rivale tedesca Adidas all'inizio dell'anno, ha ordinato il ritiro dopo aver avuto notizia della morte di un bambino di 4 anni a Minneapolis, Minnesota, a causa di un avvelenamento da piombo dopo aver ingerito un pezzo del braccialetto Reebok.

Sempre oggi la Commissione sulla sicurezza dei prodotti ha dichiarato che i supermercati discount della Dollar Tree Stores Inc . stanno ritirando dal mercato 580.000 collanine e anelli a causa dell'alta percentuale di piombo contenuta.

martedì, gennaio 17, 2006

Ecco i veri terroristi: i nostri governanti!



I nostri governanti ci prendono per i fondelli. Ci terrorizzano e mirano ad eliminarci o tenerci sotto tiro psicologico? Arrestiamoli prima che sia troppo tardi!

notizia Reuters

LONDRA (Reuters) - Un attacco terroristico in un paese occidentale con l'utilizzo di armi di distruzione di massa è inevitabile: lo ha detto in un'intervista pubblicata oggi da un quotidiano britannico Henry Crumpton, coordinatore dell'anti-terrorismo presso il Dipartimento di Stato Usa. [bio - n.d.w.]

> allora se è inevitabile puoi andartene a casa e restituire lo stipendio, no?

Parlando col Daily Telegraph, Crumpton ha detto di temere che la minaccia di armi biologiche sia in aumento.

"Considero la probabilità di gruppi terroristici che usano armi di distruzione di massa molto alta", ha detto al giornale il responsabile statunitense . "E' semplicemente una questione di tempo".

> Mettiamoci l'anima in pace! Ormai siamo condannati, non c'è che da aspettare come anatre che l'arabo~cattivo ci stermini con una bomba nucleare o biologica

"Non è solo la minaccia nucleare che mi preoccupa. Penso, nel caso, che la minaccia biologica stia crescendo", ha aggiunto Crumpton, spiegando che un attacco con armi biologiche porrebbe problemi maggiori che un'esplosione di materiale radioattivo.

> Abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.. non è lo spirito della globalizzazione e del libero mercato?

"Per quanto catastrofico possa essere un attacco nucleare, potrebbe essere contenuto", ha detto Crumpton. "Ma se si pensa allo scenario peggiore di un attacco biologico, sarebbe difficile stabilire se si tratta o no di un attacco terroristico, e sarebbe molto più difficile da contenere".

> Allora io voto per un attacco atomico! Bin (se sei ancora vivo, o meglio: se sei mai esistito) TI PREGO! Una bomba nucleare su Roma! Se hai un cuore, ti supplico! Non usare armi biologiche che poi non sappiamo se sei stato tu o i nostri servizi segreti pagati.. oopps deviati.. oopps!

Crumpton ha detto che dopo la guerra in Afghanistan gli Usa hanno trovato prove di un complotto di al Qaeda per sviluppare antrace da utilizzare contro i paesi occidentali, e ha aggiunto che le forze degli Stati Uniti e dei loro alleati hanno ostacolato i piani di al Qaeda e del leader Osama bin Laden.

> Molto bravi a trovare prove, meno bravi a trovare le persone e le armi, come mai? Forse perché le "prove" sono più facili da produrre/inventare/comprare/manipolare?

"Non possono comunicare coi loro sostenitori... non possono avere accesso al denaro e cose come queste. Gli abbiamo reso la vita molto difficile".

> E meno male! Prima ci dici che è inevitabile un attacco in una grossa città occidentale e che i terroristi possono usare un'arma di distruzione di massa atomica o biologica a scelta e poi dici che gli avete reso la vita difficile!

Ci vuoi preparare a qualche "simulazione realistica" come l'attentato al metrò di Londra? E dell'attentato a Chicago al Procuratore Patrick Fitzgerald, si è poi saputo nulla?


lunedì, agosto 29, 2005

INCIDENTI: BRINDISI, MORTI I GENITORI DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO

INCIDENTI: BRINDISI, MORTI I GENITORI DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO

Brindisi, 29 ago. (Adnkronos) - Entrambi i genitori del gip della Procura di Milano Clementina Forleo sono morti in un incidente stradale verificatosi ieri sera sulla strada tra Francavilla Fontana e Sava, nel brindisino. Si tratta di Gaspare Forleo, 77 anni, ex sindaco della citta', e sua moglie Stella Bungaro, 75 anni.

rif.

giovedì, maggio 26, 2005

Cubani brutti e cattivi? Era la solita bufala montata dai giornali italiani!

ricordate VERO o FALSO?

NOTA STAMPA DELL'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI CUBA IN ITALIA
dalla rete

In base alle norme internazionali ed agli accordi bilaterali, nessun cittadino cubano può entrare nel territorio di un altro Stato senza aver previamente ottenuto un visto, qualunque sia il motivo del viaggio: per turismo, per lavoro, per studio o anche per ragioni di salute.

Naturalmente, la Repubblica di Cuba ha un proprio regolamento migratorio assistito dagli strumenti giuridici che il paese si é dato.

Recentemente, gli organi di stampa italiani Corriere della Sera e La Repubblica, entrambi al corrente dei regolamenti esistenti nel nostro paese concernenti lo svolgimento dell'attività giornalistica da parte di professionisti stranieri, hanno mandato a Cuba dei loro inviati provvisti soltanto di tessera turistica con la deliberata intenzione di violare i suddetti regolamenti, come é stato ampiamente dimostrato dal modo di agire di tali inviati nel territorio nazionale cubano dove, fin dal primo momento, essi hanno svolto attività giornalistica. Nessuno dei due inviati rimpatriati aveva chiesto il corrispondente visto per l'ingresso nella Repubblica di Cuba.

Di conseguenza, le autorità cubane competenti hanno proceduto ad agire in base alle leggi vigenti che regolano l'esercizio dell'attività della stampa estera a Cuba.

Entrambi gli organi di stampa, nel violare le leggi di un altro Stato e in aperta provocazione verso le nostre autorità, hanno con ciò dato dimostrazione di un atteggiamento irresponsabile. Per quanto riguarda il Corriere della Sera, il caso é ancora più grave dato che tale quotidiano aveva ricevuto un chiaro segnale secondo cui le autorità cubane non avrebbero permesso l'ingresso nel paese di un inviato che non avesse presentato neanche la richiesta di accredito, come occorso in una precedente occasione, quando un altro giornalista dello stesso organo di stampa era stato reimbarcato.

Il trattamento informativo dato a tali fatti ha scatenato una nuova campagna contro Cuba, facendo intendere all'opinione pubblica che era stato impedito a due giornalisti l'esercizio della loro professione, mentre si é taciuto sui veri motivi che hanno provocato il loro rimpatrio, e cioè la violazione delle leggi del nostro paese. E' inoltre passato sotto silenzio il comportamento disonesto, manipolatore e poco obiettivo che, come in tante altre occasioni, viene applicato contro Cuba dai mezzi di informazione.

A differenza di quanto sopra segnalato, organi di stampa italiani (tra cui un importante canale televisivo) che, nel rispetto dei regolamenti vigenti, hanno fatto richiesta di inviare un loro gruppo per svolgere attività giornalistica in questo periodo, hanno ottenuto l'autorizzazione ed il relativo visto. Ciò pone in evidenza chiaramente la nostra disponibilità ad accogliere e a lasciar lavorare ogni professionista che agisca seriamente rispettando le istituzioni e le leggi cubane.

Roma, 23 maggio 2005 --